Ecografia di screening secondo trimestre - morfologica (19ª - 21ª settimana)

Quali sono le finalità principali dell’ecografia morfologica del secondo trimestre?

Questa ecografia è detta “morfologica” poiché, oltre a controllare la vitalità del feto, serve nello specifico a osservare in dettaglio lo sviluppo anatomico del feto e verificare che sia nella norma.

Permette anche di valutare la quantità di liquido amniotico e la localizzazione placentare e di effettuare la datazione ecografica della gravidanza nel caso in cui non sia stato possibile in precedenza.

Che cosa si vede con l'ecografia nel secondo trimestre di gravidanza?

Questo esame consente di ottenere la misura di alcune parti del corpo del feto: tali valori vengono confrontati con quelli delle curve di riferimento per valutare se le dimensioni corrispondono a quelle attese per l'epoca di gravidanza. Si misurano, inoltre, alcuni parametri come la circonferenza cranica, la circonferenza addominale, la struttura ossea degli arti, il posizionamento della placenta, la quantità di liquido amniotico ed, eventualmente, il sesso del feto. 

Come si svolge l'esame ecografico del secondo trimestre di gravidanza?

Il medico effettua l'esame appoggiando una sonda sull'addome. Qualora fosse necessario applica una certa pressione per ottenere immagini nitide, ma questo non crea alcun inconveniente né alla madre né al bambino. 

A volte l'esame non può essere effettuato in modo esaustivo a causa di una posizione fetale sfavorevole o della cattiva visualizzazione di alcuni organi, in questi casi è necessario ripetere l'ecografia dopo qualche ora o alcuni giorni per completare l’indagine. 

Nel caso in cui venga evidenziata una situazione sospetta, il medico esaminatore potrebbe richiedere una valutazione ulteriore presso un centro di riferimento per lo studio delle anomalie del feto. In un buon numero di casi all'esame di approfondimento non emergerà nulla di patologico.

È possibile rilevare con certezza malformazioni fetali o anomalie genetiche?

La possibilità di individuare una anomalia non dipende necessariamente dalla gravità del difetto ma dalle sue dimensioni e dalla più o meno evidente alterazione dell'immagine ecografica che ne risulta. Pertanto, per i limiti intrinseci della metodica, è possibile che alcune anomalie non vengano identificate in epoca prenatale.

Inoltre, non tutte le malattie genetiche presentano malformazioni rilevanti ed evidenziabili all'esame ecografico e un gruppo di malformazioni a carico di ciascun distretto anatomico del feto (dette “evolutive”) può comparire solo in epoca di gravidanza avanzata o addirittura dopo il parto e non essere perciò rilevabile nel corso dell'esame ecografico di screening effettuato nel secondo trimestre. 

Non è, quindi, possibile essere del tutto certi che in quel neonato non saranno presenti malformazioni congenite: dall’analisi dei dati italiani disponibili emerge che il 32% delle anomalie congenite viene identificato in epoca prenatale nel secondo o terzo trimestre.

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