Otomicroscopia

L’otomicroscopia è un'indagine obiettiva del condotto uditivo e della membrana timpanica e si effettua con un microscopio ottico che permette di esaminare i dettagli anatomici permettendo di valutare accuratamente l'orecchio in tutte le sue parti.

Questa procedura, non dolorosa e di semplice esecuzione, consente di procedere con l'attuazione di criteri strumentali con obiettivo diagnostico-terapeutico sotto diretto controllo visivo. L'otomicroscopia diventa fondamentale quando occorre intervenire nell'orecchio in tutta sicurezza con apposita strumentazione, per la rimozione di eventuali secrezioni patologiche e non, come cerume, pus, essudato o materiale micotico.

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Otorinolaringoiatria: i medici

Questi sono gli specialisti di Otorinolaringoiatria che trovate alla Casa di Cura San Camillo

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L'attività di ricovero

Gli ospiti della Casa di Cura San Camillo hanno a disposizione 96 posti letto per ricoveri ordinari...

Gli enti convenzionati

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Bi-Test o Ultrascreen 

Il Bi-Test è un’attività di screening che valuta la stima di rischio o probabilità di anomalie cromosomiche durante i primi stadi di vita fetale.

Proposto fra la 11ª e l’14ª settimana di gravidanza, non è un esame invasivo ed è pertanto innocuo sia per il feto sia per la madre. Consiste in un’ecografia, attraverso la quale di verifica la vitalità dell’embrione e l’assenza di sue gravi malformazioni, si misura la lunghezza del feto e lo spessore della “transulecenza nucale”, e in un prelievo di 4 cc di sangue materno attraverso il quale si misura la concetrazione di sostanze prodotte dalla placenta ( FreeBeta-HCG e PAPP-A).

Questo esame è rivolto a donne di età

  • inferiore a 35 anni, a basso rischio per anomalie cromosomiche, che ritengono utile valutare in modo più preciso il loro rischio individuale e poter decidere se fare o meno ulteriori esami invasivi (amniocentesi o prelievo dei villi coriali):
  • superiore a 35 anni, quindi a medio o alto rischio, che ritengono utile rivalutare in modo più preciso il loro rischio individuale per decidere eventualmente di non esporsi alla diagnosi prenatale invasiva. 

Misurazione della traslucenza nucale

Con questo termine viene indicato il licquido linfatico che si raccoglie nella parte posteriore del collo del feto, nella fase del suo sviluppo che va dalla 10° alla 14° settimana. L’eccesso di licquido che determina un aumento della tralucenza nucale, in alcuni casi, si associa ad un maggior rischio di anomalie cromosomiche nonchè a un maggior rischio di patologie malformative (cardiopatie fetali) o della placenta.

La translucenza nucale viene misurata durante l’ecografia del primo trimestre di gravidanza.